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L'ARTE DI ESSERE FRAGILI

COME LEOPARDI PUÒ SALVARTI LA VITA


Ho chiesto che mi regalassero questo libro per Natale, che è anche il giorno del mio compleanno.

Chi l’ha scritto si chiama Alessandro D’Avenia ed è un Prof(essore) di lettere presso le scuole superiori ed uno scrittore palermitano di 39 anni, “l’arte di essere fragili” è il suo quarto libro.


Sono rimasta affascinata da lui ascoltandolo durante un’intervista nella quale parlava della scuola e soprattutto degli studenti (nel suo caso adolescenti) in maniera così appassionata e rivoluzionaria da farmi sentire di non essere sola, e di non essere la sola a pensare che il compito più importante della scuola non sia rispettare il programma (che lo stesso D’Avenia descrive così smembrato da paragonarlo a pezzi di carne esposti in vetrina dentro ad una macelleria) ma sia il “compimento” dei ragazzi, il loro fiorire, l’indirizzare l’energia, l’ardore, il fuoco verso la Bellezza, in maniera tale che questa stessa energia non venga rivolta verso la distruzione.


In questo libro Alessandro D’Avenia intervalla dialoghi immaginari col Leopardi con esperienze di vita vissuta con i ragazzi del liceo dove insegna, e ne trae spunto per trovare delle risposte ai tanti interrogativi che negli anni si è sentito rivolgere, riguardanti la ricerca di se stessi e il senso profondo del vivere.


L’autore parla direttamente a Giacomo (Leopardi) come se intrattenessero una conversazione, una sorta di relazione epistolare, e nel rivolgersi a lui e descrivendone la breve ed intensa vita, lo ringrazia per essere stato la sua fondamentale fonte d’ispirazione, gli dichiara amore e gratitudine e lo riscatta dai luoghi comuni che da sempre lo ingabbiano: “Caro Giacomo, vorrei che tu fossi ricordato come poeta del destino non della sfortuna, della malinconia e non del pessimismo. Come poeta della vita che lotta per trovare la sua destinazione e il suo senso, e non come poeta della gobba e della gioia negata”.

Sono molti gli argomenti trattati dal libro e sui quali l’autore si sofferma, a volte parlando direttamente col Leopardi e ponendogli domande, a volte traendo spunto dalle sue opere e dalla sua vita, e delineando il “metodo per la felicità” che l’incontro con Giacomo Leopardi gli ha rivelato.


Nel libro si parla del rapimento come una chiamata ad essere se stessi, delle passioni felici da coltivare al posto di quelle tristi ed effimere, della capacità di prendersi cura e carico di chi e cosa si ama, della capacità di sperare e di essere fedeli al proprio rapimento anche quando la vita sembra sbarrarci la strada, della possibilità di considerare il limite come un’opportunità per creare e la crisi come un momento nel quale “far pulizia” e trattenere le sole cose importanti per noi, della meraviglia che spinge la nostra attenzione ad andare oltre senza averne chiara la destinazione, il concetto di desiderio (de-sidera come distanza dalle stelle) e la sua mancanza che è il disastro (dis-astro, assenza di stelle) e l’arte di essere fragili, intesa come la capacità di riparare e sanare senza smettere mai di cogliere la fragilità come un’occasione per creare e non come una giustificazione per accampare scuse ed evitare di vivere pienamente.


Se mi chiedo il motivo di tanto interesse per Giacomo Leopardi e per il libro a lui dedicato mi rispondo che la fragilità, intesa come sensazione di inadeguatezza e imperfezione, è un tema che mi ha sempre riguardato e al quale, da sempre, ho cercato di trovare soluzioni che mi permettessero di riconoscerla e accettarla, piuttosto che nasconderla e vergognarmene: “L’arte da imparare in questa vita non è quella di essere invincibili e perfetti, ma quella di sapere essere come si è, invincibilmente fragili e imperfetti” ... “rendere l’uomo più vero ed autentico, spogliandolo delle menzogne che lo allontanano da sé, dalla vita, dagli altri. Così si risveglia la passione sopita, la propria originalità, e si confina la paura di non essere abbastanza”.


​L'arte di essere fragili di Alessandro d'Avenia


​Lo consiglio perché: Ci esorta a riconsiderare il poeta e scrittore Giacomo Leopardi, etichettato come “sfigato” e pessimista, come un esempio di resilienza e di ricerca della verità e della bellezza. Evoca il potere delle passioni che assecondano la scoperta o la riscoperta della propria destinazione


Ho scelto questa mia foto perché: Una lampadina che diffonde una luce più fioca lascia più spazio al brillare delle stelle…


Questa recensione appare anche sul Blog ArkaniSegnali

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